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OSTUNI

OSTUNI

Sul vertice e nelle insenature di ben sette colline che guardano l'Adriatico si distende Ostuni (33 500 abitanti). Il mare dista 6 chilometri e il suo territorio, ampio e fertile, è diviso in una parte bassa, tra le colline e il mare, denominata «Marina», e in una parte alta e interna, lievemente ondulata, denominata «Selva».
Dalle origini al X secolo: I reperti archeologici e le epigrafi attestano l'origine messapica di Ostuni. Saccheggiata e quasi completamente distrutta durante la seconda guerra punica (216 a.C.), rimase per qualche tempo un villaggio forse da identificarsi con Stulnium, finché non ospitò una colonia inviata dall'imperatore Vespasiano (75 d.C.) e allora riprese l'antico ruolo di controllo del traffico terrestre e marittimo. Distrutta di nuovo nel corso della guerra gotica, risorse ancora, a opera dell'imperatore bizantino Basilio il Macedone (876). Dall'oriente greco Ostuni ricevette, allora, l'architettura urbana, il bianco della calce sparsa sui muri esterni delle abitazioni, la divisione del centro abitato in «pittakia», i magistrati, il rito greco, il monachesimo basiliano, le piantagioni di olivi e i nomi di alcune sue contrade.
I Normanni e le successive dominazioni: Ostuni, occupata dai Normanni nel 1046 e divenuta in seguito contea, fu soggetta a regime feudale che si alternò in varie fasi (1140-70; 1220-50; 1277-94; 1463‑83) all'amministrazione demaniale. A questo travagliato periodo storico corrisponde un altrettanto vivace quadro dello sviluppo edilizio della città. Il nucleo antico, chiamato «la Terra», sorge sul culmine e sui lati di una collina, isolata dalle altre. E’ cinto di alte mura e fiancheggiato da torrioni cilindrici, collocati agli spigoli del perimetro fortificato, che esiste ancora in gran parte. Il carattere medievale si riconosce dalle vie strette, tortuose, in forte pendio,  a gradinate, fiancheggiate da alti caseggiati e sormontate, qua e là, da archi e cavalcavia. Queste vie strette facevano capo a cinque porte che erano munite di torri, piombatoi, bertesche. Sulla sommità del colle, tra la moltitudine delle casette bianche e a terrazze, si elevano il Castello normanno, l'Episcopio e la Cattedrale.
La prima cinta muraria, verso la parte bassa della città, fu iniziata nel 1350 e portata a termine nel 1356. Verso la fine del XV secolo le mura dovettero essere rifatte o riparate. E lo furono su disegno di Alfonso, duca di Calabria, che modificava la primitiva configurazione della città e le fortificava con bastioni, torri e fossato poiché comprendevano la parte che ora si estende dall’ex piazza del Moro alla piazza Municipio. Le mura furono completate nel secolo seguente.
L'aspirazione degli Ostunesi al regio demanio perdurerà, comunque, fino a tutto il XVIII secolo e sarà l'idea dominante di tutta la loro storia. Ma nel 1483 il re vendette Ostuni a Caterina Sanseverino per 7000 ducati. Nel 1507 la città passò a Isabella d'Aragona, duchessa di Bari. Durante il suo governo, Ostuni ottenne la conferma di tutti gli statuti, consuetudini, capitoli e grazie concessi dai passati sovrani. Morta Isabella nel 1524, la città passò a sua figlia, Bona, fino al 1557. In seguito Ostuni fu venduta in feudo a Ferdinando Loffredo e nel 1639 a Giovanni Zevallos col titolo di Ducato. E per tutto il XVIII secolo fu dominio di tale famiglia.



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