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PROCIDA

PROCIDA

Il nome di Procida, la più prossima alla terraferma delle isole che hanno reso universalmente celebre per le loro bellezze naturali il golfo di Napoli, deriva dal greco Prochyte, da una radice che significa«versare», «effondersi», e che allude alla posizione dell'isola, appendice o prolungamento verso la terraferma della sua maggiore  vicina, Ischia (così Strabone e Plinio il Vecchio), ovvero alla formazione dell'isola stessa, lembo di terra distaccatosi dalla costa campana a seguito degli sconvolgimenti geologici dei Campi Flegrei (ancora Strabone). Più tardi la leggenda fece di Prochyte la nutrice di Enea, sepolta nell'isola al pari di altri compagni dell'eroe, come Miseno, che dettero nome ai siti campani in cui ricevettero gli onori funebri.
Dal capoluogo, che ha il nome stesso dell'isola, prendendo la strada panoramica lungo la costa meridionale, si giunge in breve alla Marina di Chiaiolella, di fronte alla quale è l'isolotto di Vivara, oggi disabitato. Esso fu sede di villaggi e di punti d'approdo durante il Bronzo Recente e Finale, come mostrano le ceramiche indigene di tipo appenninico rinvenute insieme a frammenti di vasi micenei d’importazione in vari siti dell'isolotto : ai due frammenti del Miceneo II-III.A rinvenuti da G. Buchnet nel 1937 in località Punta Capitello, si sono aggiunti quelli, numericamente più consistenti, e di probabile origine peloponnesiaca, venuti in luce in epoca 
più recente (1976-1977) durante i saggi di scavo effettuati sul pianoro centrale, in località Punta d'Alaca, e alla Punta di Mezzogiorno, all'estremo sud dell'isolotto.
Si tratta di ceramiche un poco più recenti (Miceneo III B), databili .al XIIsecolo a. C., le quali riconfermano quella funzione di ponte svolte dalle isole flegree per l'espansione commerciale micenea diretta verso il sud e il centro della Penisola che già facevano intravedere i frammenti micenei del Castiglione d'Ischia, pure associati ad un contesto  ceramico-appenninico, rinvenuti nelle esplora  anteguerra dello stesso Buchner, e che si precisa in ondate cronologicamente ed arealmente meglio differenziate grazie ai ritrovamenti assai più consistenti di altre località dell'Italia meridionale ed insulare, dalle Puglie alle Eolie alla Sicilia orientale.

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