Città industriale, una delle capitali della produzione tessile laniera, vanta un centro
storico di grande interesse artistico, racchiuso nel perimetro esagonale delle sue mura trecentesche.
Alle origini di Prato sembra esserci un insediamento etrusco-romano sorto in posizione
favorevole, non lontano dalla via Cassia, e progressivamente ingranditosi (col nome di Pagus Cornius
è ricordato fin dal IX secolo). Dal XII secolo conobbe un florido sviluppo artigianale e commerciale come
libero Comune (prima ghibellino, poi guelfo), continuando a prosperare anche sotto il dominio di Firenze cui
passò nel 1351. Cuore del centro storico è piazza del Duomo in cui si leva la
cattedrale di Santo Stefano, costruzione romanica del XII secolo (ma la fondazione risale al X)
ampliata e rimaneggiata nei secoli successivi (la facciata, a fasce alterne in marmo bicromo bianco e verde, fu
ultimata nel XV secolo) Allo spigolo destro esterno si addossa il pergamo del Sacro Cingolo, capolavoro di
Donatello (1438),sostenuto da un capitello bronzeo di Michelozzo: i rilievi originali del maestro fiorentino
(Danza dei putti) sono conservati nell'attiguo Museo dell'Opera del Duomo. Nella lunetta
sopra il portale d'ingresso, una pregevole Madonna col Bambino in terracotta di Andrea della Robbia (1489).A
destra della chiesa si slancia il campanile romanico-gotico (XII‑XIV secolo) alleggerito da bifore e trifore.
L’interno è a tre navate, scandite da scurissime colonne di marmo verde; subito a sinistra, una
cancellata del Quattrocento chiude la trecentesca cappella del Sacro Cingolo con affreschi di Agnolo Gaddi,
e una Madonna con Bambino scolpita da Giovanni Pisano. La cappella custodisce il Sacro Cingolo, preziosa
reliquia della Vergine, donata alla cattedrale da un ricco e avventuroso mercante pratese, Michele Dagomari; ma la
principale attrattiva della chiesa è costituita da due cicli di affreschi: quelli dell'abside con Storie
di San Giovanni Battista e di Santo Stefano, opera di Filippo Lippi (grande esponente della pittura fiorentina
del Quattrocento e maestro del Botticelli), che possono considerarsi tra gli esempi più notevoli della pittura
rinascimentale, e quelli, anch'essi degni di nota, della cappella a destra del presbiterio, attribuiti a Paolo
Uccello. A pochi passi dalla piazza del Duomo si apre la piccola piazza del Comune dove sorge il Palazzo
Pre
torio, dei secoli XIII‑XIV, con scala esterna e balcone (la parte più antica è
quella in mattoni); è sede del Museo Civico con opere di arte fiorentina dei secoli XIV e XV e una raccolta di
gessi del celebre scultore pratese del secolo scorso Lorenzo Bartolini. La vicina piazza delle Carceri è
dominata dalla bianca mole del castello dell'Imperatore, a pianta quadrata e mura dai caratteristici
merli ghibellini; esempio isolato del suo tipo nel panorama dell'Italia centro-settentrionale e perfettamente
conservato, fu eretto nella prima metà del XIII secolo, per volontà di Federico II, nella stessa
foggia dei molti castelli svevi edificati in quel tempo nel Meridione. Il cortile interno è sede di numerose
manifestazioni culturali. Accanto è la chiesa di Santa Maria delle Carceri (1484‑1485)
capolavoro di Giuliano da Sangallo e dell'architettura rinascimentale: si tratta di un edificio dalla pianta a croce
greca con copertura a cupola, semplicissimo nella decorazione e nell'organizzazione degli spazi; notevoli alcune
terrecotte invetriate di Andrea della Robbia. Tra le altre chiese, belle anche quelle di San Francesco e San
Domenico, l'una duecentesca, col semplice interno ad una sola navata e la facciata a fasce bianche e verdi
cui fu aggiunto, nel XV secolo, un timpano triangolare che resta una delle prime testimonianze rinascimentali del
genere; l'altra, eretta in forme gotiche nei secoli XIII-XIV, è ornata da belle bifore di notevoli
dimensioni, che si aprono sul fianco sinistro, assieme a un portale di marmo con ai lati arche sepolcrali gotiche,
che ricordano quella di Santa Maria Novella a Firenze.
All'ingresso della città, Prato esibisce il suo gioiello più avveniristico, il Museo di arte
contemporanea Luigi Pecci, una delle maggiori raccolte d'arte contemporanea, nata nel 1988 e donata alla
città dal pratese-mecenate Enrico Pecci. Su 12.000 mq., accanto alle opere di maestri come Cucchi, Merz,
Albert Hien, Anne e Patrick Poirer, sorgono il Centro di Formazione e Documentazione sull'Arte Contemporanea, un
Dipartimento Educazione e una Sezione Avvenimenti.
Non lontano dal centro storico, infine, in piazza San Marco, è collocata un'opera del famoso scultore
contemporaneo Henry Moore.