Il nome della cittadina di Chianciano Terme si vuole derivato dal toponimo etrusco, o ancora più antico che significherebbe
"Al di qua della Chiana", oppure "Zona vicina a fiume fangoso" (beate capacità sintetiche
di arcaici dialetti!).
Nel XVIII secolo . "si sapeva" che Porsenna, 6 secoli a.C., era uso deliziarsi di quei
bagni; ce lo dice una lapide del 1674, senza avanzare alcun dubbio sulla notizia. A parte gli svolazzi del secolo del
"ricciolo", si ha certezza che le qualità terapeutiche delle acque chiancianesi erano note al mondo
romano Il documento più probante, senza dubbio, deve considerarsi la testimonianza di Orazio che ricorda i
"bagni delle fonti chiusine", e soltanto a Chianciano questa può riferirsi.
Certamente gli etruschi vi erano arrivati prima e lo attestano i resti sfuggiti al logorio del tempo ed alla morsa
della terra: qualche elemento di tubatura, parti bronzee di statue maschili, del Dio Apollo, e della biga (ora al
Museo Archeologico di Firenze), provenienti da luoghi ove si suppone esistesse un tempio dedicato a divinità
salutari. ,
Nel museo detto "Sala Antica" posto nel Palazzo Arcipretale, si conservano, nella III sala, alcuni
frammenti fittili, resti di buccheri, vasi in terracotta etruschi provenienti dall'area chiancianese.
Iscrizioni e sarcofagi etrusco-romani erano conservati anche nel vestibolo della Chiesa della Collegiata.
Ma i "pezzi" più significativi che inseriscono Chianciano fra i centri di attiva vita etrusca, si
riassumono nel "Coperchio funerario con la Lasa", nella statua bronzea di Apollo e in quella di
pietra fetida, la "Mater Matuta", detta "Madre degli Etruschi", ora al museo fiorentino.
Avvenimento d'arte, quest’ultima, ricca di fatti emotivi: nel fisso sguardo del volto esclude ogni
possibilità di conforto.