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ACIREALE

ACIREALE

Situata fra l’estrema balza delle pendici sudorientali dell'Etna e il mare Ionio, Acireale (46 200 abitanti) è la maggiore delle nove Aci del catanese (Aci Bonaccorsi, Aci Platani, Aci S. Antonio, Aci Catena, Aci Castello, Aci Trezza, Aci Reale, Aci S. Filippo, Aci Valverde). Il verde della riviera dei limoni, da Capomulini a Pozzillo, si integra perfettamente con l'azzurro del mare e il candore della vetta innevata del vulcano costituendo, con il clima mite, la componente essenziale del notevole sviluppo turistico. L’ottima ricettività alberghiera e le agevoli  comunicazioni infrastrutturali, inoltre, consentono una frequenza continua di manifestazioni culturali e ricreative. Acireale è anche un attivo centro commerciale, specializzato nella lavorazione ed esportazione degli agrumi e nella viticoltura, il cui livello competitivo mantiene ancora oggi la tradizione instaurata dopo l'Unità, con l'istituzione del Comizio Agrario e dell'orto sperimentale nell'ex convento dei Cappuccini.

Dalle origini all'età medievale. La tradizione urbana dell'insediamento ha origini molto antiche. Le prime notizie avvalorano l'ipotesi di un emporio già esistente, forse fenicio, limitrofo al fiume Aci, che doveva ubicarsi nella zona delimitata dalle attuali frazioni di Nizeti, Reitana, Ansalone e Capomulini. Con il nome di Akis questo insediamento è documentato negli itinerari romani di età imperiale, a nove miglia da Catania. Un cospicuo materiale archeologico e i ruderi delle terme di S. Venera testimoniano una continuità insediativa fino al periodo bizantino (sec. VII), a cui molto probabilmente risale la fortificazione della rocca nell'attuale sito di Aci Castello, che favorì lo sviluppo di un denso insediamento costiero. Il terremoto del 1169 distrusse quasi interamente la città, e la popolazione si sparse per la zona circostante formando le diverse borgate di nome Aci. La maggiore di queste (nata in un'area prossima a quella dell’odierna Acireale) ebbe nome di Aquilia. Nel 1326, in seguito a un'incursione della flotta di re Roberto di Napoli e a un rovinoso incendio che distrusse la città, la popolazione trovò rifugio sul pianoro fra 100 e 170 metri sul mare, dove ora sorge Acireale. Il nucleo di quest'insediamento corrisponde all'incirca alla zona che gravita sull’attuale piazza Duomo.

Il Seicento e il Settecento. La nuova città fu per tre secoli infeudata e nel 1642, per decreto di Filippo IV di Spagna, fu assoggettata alla corona (divenne città demaniale), assumendo il nome di Acireale. Tale condizione demaniale favorì un clima comunitario, che, grazie ai privilegi acquisiti e al vantaggio di possedere una propria milizia, diede ad Aquilia il predominio territoriale che già nel XVI secolo cominciava a stimolare lo sviluppo urbano. Dalle ubicazioni delle strutture religiose degli ordini mendicanti -  i domenicani a ovest, i cappuccini a nord-est e i carmelitani a sud-est rispetto al nucleo originario - è possibile analizzare il processo di crescita. L'economia prevalentemente agricola, sostenuta dall'industria specializzata della tela e della seta, produsse un incremento demografico evidenziato dagli ampliamenti della chiesa dell'Annunziata, attuale Duomo, ubicata nella piazza principale, elemento centralizzante dell'intero sistema urbano.

Il Seicento può essere considerato qui un periodo di grandi trasformazioni urbane e intensa attività edilizia. La fisionomia del centro venne equilibrata dal taglio della via Galatea, tracciata in seguito alla visita (1640) del vicario generale viceregio Ascanio Ansalone. Già da allora il sistema viabile era progettato con il criterio di incentivare lo sviluppo urbano dal lato orientale, anche se l'apertura delle vie non fu limitata a questo lato della città: venne aperta la via S. Martino verso sud-ovest e fu prolungata verso nord-ovest la strada dell'Indirizzo con la via Carolina (attuale corso Savoia). Anche la sistemazione della piazza Duomo cominciò a concretizzarsi nei primi decenni del XVII secolo con la definizione degli allineamenti degli edifici più rappresentativi del centro. L'apertura al pubblico (1618) della Chiesa Madre, la costruzione del Palazzo Comunale (1639) e il completamento della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo (1642) esaltavano il ruolo di centralità della piazza.
Nel centro il piano degli interventi fu completato con la costruzione delle fortezze (1676), in direzione del collegamento con Messina: la Porta Cusmana e le opere difensive nei pressi di S. Rocco. Ma il Seicento è anche fatalmente ricordato per il terremoto del 1693, che causò notevoli distruzioni. E nei primi anni del XVIII secolo ebbe inizio la ricostruzione presieduta dal Duca di Camastra. A quei tempi risale l'immagine barocca della città, a cura dell'architetto Paolo Amico e del pittore Pietro Paolo Vasta.
I restauri nel Settecento interessarono molte chiese e complessi religiosi. Nel frattempo, si erano rese disponibili nuove aree edificabili soprattutto dal lato occidentale dove il convento dei Padri Domenicani costituiva un polo di espansione. Nacquero i palazzi barocchi sulle vie S. Carlo e S. Domenico (attuale via Cavour), disgregando l'articolazione abitativa originaria, organizzata attorno ai vicoli e ai cortili, che è tuttavia ancora leggibile nei quartieri Sopramiano, S. Biagio e S. Michele.

Dall'Ottocento a oggi. Lo sviluppo del XIX secolo fu orientato a nord con il prolungamento e la rettifica della via Carolina e della via Belvedere (attuale corso Umberto I) con la demolizione (1811) dell'Ospedale di Nostra Signora del Monserrato e della cinquecentesca chiesa di S. Vito. Ai loro estremi, le due arterie venivano messe in comunicazione dal taglio dell'attuale viale Principe Amedeo, che delimita la zona dei giardini Belvedere (1848). L'espansione verso sud fu prodotta dal tracciato (1837) dell'attuale via Nazionale per Catania e stimolata dall'avvento della strada ferrata che ebbe qui la sua stazione (1866). Nella seconda metà dell'Ottocento, si è assistito allo sviluppo industriale del centro e alla concentrazione degli opifici nella zona della stazione ferroviaria, mentre la città è cresciuta soprattutto verso la zona nord, raddoppiando la città vecchia.



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